È un dispositivo che attraverso impulsi elettrici a bassa frequenza induce la contrazione muscolare in una o diverse zone del corpo, contrazione simile a quella prodotta naturalmente dal sistema muscolare. Il funzionamento poggia sull’elettroterapia, adoperata per l’allenamento muscolare o in presenza di un dolore cronico, ma anche per massaggi di bellezza o rilassanti. Sebbene l’elettrostimolazione fosse inizialmente applicata solo nel campo della riabilitazione, con il passare degli anni si è assistito ad un’evoluzione, che ha condotto a servirsi dell’apparecchio in oggetto anche in campo sportivo e in quello estetico. Per una massima versatilità di utilizzo dunque.
L’elettrostimolatore è un dispositivo sì sicuro – non si rischia alcuna scossa – ma che va utilizzato affidandosi a ben precisi criteri e da personale specializzato, come un fisioterapista o un medico riabilitativo. In caso diverso occorre rivolgersi al proprio medico di fiducia o al proprio allenatore prima di cominciare il trattamento.
L’elettrostimolatore è costituito da un’unità centrale che invia gli impulsi elettrici ad un determinato numero di elettrodi, da posizionarsi sulle aree del corpo che si desiderano trattare, come ad esempio l’addome o la schiena. E ciò in quanto detti elettrodi producono un campo elettrico capace di raggiungere le placche motrici e pertanto di contrarre il muscolo.
Importante è una corretta applicazione degli elettrodi – che andranno collocati ad ⅓ della lunghezza muscolare, per la giusta sollecitazione dei punti motori – così come è importante affiancare all’uso dell’elettrostimolatore una regolare attività fisica e una corretta alimentazione. Il solo utilizzo dell’apparecchio, infatti, non è di nessun vantaggio per il proprio fisico. Non può cioè esso apparecchio prendere il posto di un allenamento, dal momento che in quest’ultimo esiste una resistenza che spinge a compiere uno sforzo, per il quale si adoperano le giuste fibre muscolari. Ecco allora che i benefici ci saranno sì, ma arriveranno, “in piccole dosi”, solo dopo più di un mese dall’utilizzo dell’elettrostimolatore, e se – è preferibile sottolinearlo nuovamente – “combinati” con un costante esercizio fisico e un’adeguata alimentazione: sarebbe errato, pertanto, pensare di affidarsi esclusivamente al dispositivo in oggetto sperando di ottenere determinati risultati.
L’utilizzo dell’elettrostimolatore prevede la corretta applicazione degli elettrodi sull’area del corpo di interesse e la pressione del pulsante di avvio sull’elettrostimolatore stesso, per poi impostare frequenza, intensità e durata degli impulsi elettrici. Ecco qui di seguito elencati, nello specifico, i passi da seguire:
- selezionare il gruppo muscolare su cui lavorare
- procedere ad un adeguato posizionamento degli elettrodi al muscolo
- accendere l’apparecchio, selezionando il programma che si desidera
- regolare l’intensità degli impulsi elettrici, e se non si percepisce alcuna contrazione muscolare, accrescere gradualmente l’intensità stessa.
Sono diverse le finalità per cui adoperare un elettrostimolatore, e modificando quelli che sono i vari parametri (tipologia di impulso, frequenza, durata, intensità e latenza), è possibile veicolarlo verso un ben preciso obiettivo. Nello specifico, sono tre i campi di applicazione dell’apparecchio: quello medico, quello sportivo, e quello estetico.
In campo medico l’elettrostimolatore è adoperato nella riabilitazione, per migliorare il tono ed il trofismo muscolare a seguito di infortuni o traumi, come pure per sollecitare un muscolo denervato al fine di impedirne la degenerazione.
Quello sportivo è un settore nel quale il dispositivo in oggetto è ampiamente utilizzato, per l’allenamento nonché per il miglioramento e recupero muscolare. L’elettrostimolazione “sostiene” infatti la potenza della fibra muscolare, protegge il sistema muscolo-tendineo, e riduce l’affaticamento muscolare in seguito allo sforzo effettuato. È necessario tuttavia chiarire che non bisogna vedere l’elettrostimolatore come una sostituzione dell’attività fisica, ma come un suo completamento.
Nel settore estetico l’elettrostimolatore può essere di ausilio nel ristabilimento di un equilibrio complessivo del tessuto muscolare, ma solo se in affiancamento ad attività fisica e dieta. In genere abbinato ad una cintura o fascia addominale, il dispositivo in oggetto è adoperato per rassodare e combattere gli inestetismi della cellulite, e ciò in considerazione del fatto che la contrazione muscolare facilita la lipolisi (il processo tramite cui il corpo brucia i grassi), la tonicità e il drenaggio dei liquidi. Altri trattamenti realizzabili sono quelli relativi alla diminuzione dei segni lasciati dal tempo su viso e décolleté, nonché alla riduzione della linea generale del fisico – soprattutto in associazione all’allenamento in palestra – ed al modellamento di determinate aree del corpo, quali i fianchi ad esempio: è il caso di evidenziare, in merito, che l’effetto lipo-riducente dell’elettrostimolazione è infatti circoscritto a ben precisi punti, pertanto non può parlarsi, in merito, di un’azione di dimagrimento.
Quello della corrente è senza dubbio il fattore di maggiore importanza da considerare nel dispositivo in oggetto, dal momento che diversi trattamenti sono realizzabili variando i parametri dell’intensità, della tipologia, e della durata dell’impulso elettrico. A seconda di quella che è la frequenza emessa, si distinguono, sul punto, due tipi di corrente: EMS (Electro Muscle Stimulation, ossia stimolazione elettrica muscolare) e TENS (Transcutaneous Electrical Nerve Stimulation, cioè stimolazione elettrica nervosa transcutanea), rispettivamente di frequenza maggiore, per lo sviluppo della massa muscolare, e minore, per la riduzione del dolore.
Con una contrazione muscolare mediante impulsi ad elevate frequenze simulanti l’attività fisica, la EMS restituisce tonicità e resistenza a quei gruppi muscolari che potrebbero atrofizzarsi o perdere tono a causa di un infortunio o un incidente. È anche adoperata, in campo sportivo, in relazione al riscaldamento, al recupero ed alla capillarizzazione, come pure in campo estetico – un utilizzo più recente – per rafforzare o conservare il tono muscolare, nonché per ridurre il grasso circoscritto in determinate zone del corpo.
Con scopi antalgici, la TENS è adoperata in fisioterapia per il trattamento del dolore, specialmente quello cronico, a seguito di incidenti o fattori traumatici, ma trova applicazione anche in presenza di lombalgia o tendinite, come pure distrofia muscolare e muscoli denervati.
È davvero ampia la gamma di elettrostimolatori messi a disposizione dal commercio, la qual cosa potrebbe creare non poche difficoltà in sede di acquisto, con il rischio di portare a casa un prodotto che non soddisfi del tutto, o che, peggio, non sia propriamente indicato per ciò che occorre. Ecco allora che il primo step è rappresentato dalle proprie necessità e dai benefici che ci si aspetta di raggiungere servendosi dell’apparecchio in oggetto: un determinato utente, a titolo esemplificativo, potrebbe avere bisogno di rendere più tonica la muscolatura dopo un periodo di inattività forzata, laddove un altro potrebbe semplicemente desiderare una muscolatura più “definita”. Solo partendo dagli obiettivi personali la scelta che si andrà a fare sarà quella “giusta” per sé stessi. In questo modo, infatti, potranno meglio valutarsi quelle specifiche caratteristiche del modello al quale si è interessati, come la struttura o i programmi disponibili.
I parametri di riferimento sono dati dalla struttura, dai programmi e dalle funzioni, come pure dalla tipologia di alimentazione del dispositivo.
Molto, poiché legata allo specifico utilizzo dell’apparecchio, motivo per il quale, prima di procedere all’acquisto, bisognerà definire quante persone sono coinvolte nel predetto uso e quali sono i trattamenti di interesse.
I principali punti connessi alla struttura del dispositivo in esame sono costituiti dalla sua conformazione, dal numero di elettrodi da cui è formato, e dai canali di uscita.
Non una sola, ma diverse possono essere le forme di un elettrostimolatore. Il modello maggiormente diffuso è il dispositivo con elettrodi adesivi, applicabile su tutto il corpo, che si adopera sia per trattamenti terapeutici che estetici.
L’elettrostimolatore lombare e quello addominale a cintura si caratterizzano entrambi per la presenza di una fascia, ma si differenziano per la destinazione di utilizzo e per il posizionamento degli elettrodi: un utilizzo essenzialmente terapeutico il primo, con gli elettrodi collocati nella parte posteriore della predetta fascia, un utilizzo invece estetico, con gli elettrodi collocati nella parte anteriore della fascia, il secondo.
Adoperato prevalente dagli uomini, è un dispositivo che agisce sulla zona addominale, ed ha un utilizzo soprattutto estetico.
Entrambi i dispositivi sono adoperati per trattamenti terapeutici: il primo si contraddistingue per la forma, a manicotto, che grazie alla sua elasticità può essere adoperato da soggetti di corporatura differente, il secondo, invece, di dimensioni contenute, può presentare forme diverse in base a quella che è l’area del corpo su cui lavorare (ad esempio il collo).
Conduttori dell’elettrostimolatore, emanano gli impulsi elettrici che stimoleranno il muscolo: variano, nel numero, da un minimo di 2 a un massimo di 8-10, numero, quest’ultimo, che si riscontra negli apparecchi più sofisticati, di uso professionale. La scelta del numero di elettrodi è strettamente legata all’area del corpo su cui si desidera lavorare: un utilizzo sulla cervicale, ad esempio, renderà bastevoli due elettrodi – da posizionare uno per parte – laddove invece se la zona da trattare è maggiormente ampia, come la zona addominale, saranno necessari almeno 4 elettrodi.
Generalmente gli elettrodi sono di forma quadrata, ma possono essere anche rettangolari.
Gli elettrodi possono essere autoadesivi e pregellati. I primi, davvero semplici nell’applicazione, si caratterizzano per la presenza sulla loro superficie di una sorta di sostanza appiccicosa, che spiega la facilità della predetta applicazione: basta infatti rimuovere la pellicola che li riveste e posizionarli sull’area del corpo da trattare. I secondi, invece, sono da subito utilizzabili – perché già gellati appunto – e dall’adesione perfetta. Un’ulteriore distinzione è quella tra elettrodi monouso e elettrodi riutilizzabili: quelli monouso, come è facilmente intuibile, possono essere adoperati una volta soltanto, mentre quelli riutilizzabili possono essere adoperati diverse volte senza doverli sostituire.
La scelta è prettamente soggettiva, dipendente dalle esigenze individuali e dall’utilizzo che si fa del proprio dispositivo: se lo si adopera saltuariamente, la scelta migliore può essere quella degli elettrodi monouso, mentre quelli riutilizzabili si suggeriscono in presenza di un uso costante e regolare. Analogamente, nel caso di elettrodi autoadesivi e pregellati, il gel potrebbe essere preferito qualora mal si sopportasse la pellicola “appiccicosa” dei primi.
Quando gli elettrodi cominciano a deteriorarsi, vanno sostituiti. Ci si accorge di questa situazione nel momento in cui si manifesta una sensazione non particolarmente gradita nel punto esatto in cui l’elettrodo è posizionato. Ma bisogna in ogni caso procedere alla sostituzione laddove l’elettrodo stesso sia sporco, oppure il gel in condizioni non ottimali. Il suggerimento è quello di muoversi in tal senso perlomeno una volta al mese, e comunque con una certa frequenza e regolarità. Si suggerisce altresì di acquistare ricambi di elettrodi della stessa marca del proprio dispositivo, sebbene il mercato offra elettrodi universali, ossia indicati per qualunque brand.
Vie di uscita dell’elettrostimolatore per l’impulso elettrico, i canali di uscita sono “corrispondenti” ai muscoli su cui si desidera lavorare. Variabili in numero da 1 a 4, due canali consentono di “intervenire” su un solo gruppo muscolare, quattro invece possono stimolare due gruppi muscolari per volta.
Di solito un dispositivo di questa tipologia prevede i programmi di Sport, Infortuni, ed Estetica. Più precisamente, elenchiamo qui di seguito i programmi disponibili, che sono predefiniti e differenziati in tre aree funzionali, a cui poi sono da affiancare quelli personalizzabili:
- programmi EMS, “destinati” alla sollecitazione muscolare e suddivisi in base alla zona del corpo da trattare ed in base alla funzione (rafforzamento della muscolatura, ad esempio, o recupero muscolare);
- programmi TENS, dedicati alla terapia del dolore e divisi anch’essi secondo l’area di intervento (dolori alla cervicale o agli arti superiori ed inferiori, a titolo esemplificativo);
- programmi massaggianti, che se presenti, possono mutare nel numero offerto e nella tipologia (si citano il massaggio a pressione e quello rilassante);
- programmi personalizzabili, in cui è colui che si serve dell’apparecchio a fissare alcuni parametri, quali l’intensità degli impulsi.
Mediamente ciascun programma ha una durata compresa tra 20 e 45 minuti, tenendo conto di una adeguata pausa tra le fasi di contrazione e di recupero. Le sedute settimanali, invece, vanno in genere da 2 a 4, secondo le necessità personali e l’obiettivo che ci si prefigge, ma importante è non tralasciare il parere del proprio medico al riguardo, che si invita pertanto a consultare.
Molto, perché incidono sulla semplicità e praticità di utilizzo del dispositivo, aumentandone la versatilità.
Eccole elencate qui di seguito:
- timer, attraverso cui poter impostare, in base alle necessità personali, la durata del trattamento;
- regolazione dell’intensità, cioè la possibilità di selezionare il livello di intensità più adeguato ai propri bisogni;
- arresto automatico, che, nel caso sia presente, consente di arrestare automaticamente l’elettrostimolatore se non lo si adopera per oltre cinque minuti circa;
- funzioni supplementari, come il blocco tasti, offerto da determinati apparecchi.
Un display retroilluminato risulta di grande utilità per agevolare la lettura dei dati, qualora si abbia l’abitudine di adoperare l’elettrostimolatore in tarda serata, oppure anche di notte.
Sì, il gel è uno di essi, e da utilizzare laddove l’elettrodo non aderisca più perfettamente alla pelle: in questo caso, infatti, quella del gel è una funzione “rigenerante”, che restituisce cioè al predetto elettrodo quel suo essere “appiccicoso”. Va da sé che ad un certo punto, tuttavia, gli elettrodi saranno da sostituire. Altri accessori dell’elettrostimolatore sono le fasce conduttive e la penna cerca-punti. Le prime sono adoperate da coloro i quali necessitano di una maggiore e più uniforme distribuzione degli impulsi elettrici emessi, mentre la seconda agevola il corretto posizionamento degli elettrodi. I cavi sdoppiatori, poi, si usano per sdoppiare un singolo canale, mentre la custodia, non presente in ogni apparecchio, rivela la sua utilità qualora si utilizzi l’apparecchio stesso fuori casa, ad esempio in palestra.
Sebbene sia solitamente l’ultimo fattore considerato in sede di acquisto, ha un’importanza non da poco, specialmente se si pratica una regolare attività sportiva, anche agonistica.
Sono due le tipologie di alimentazione previste: a pile oppure a batteria interna ricaricabile. Se si svolge attività sportiva a livello amatoriale, oppure quello dell’elettrostimolatore è un utilizzo sporadico, ricorrere ad un modello alimentato a pile andrà più che bene; se invece del dispositivo in oggetto si fa un uso intenso, è preferibile allora ricorrere ad uno con batteria interna ricaricabile. Un modello che, tra l’altro, garantisce anche migliori prestazioni.
Certo, e ciò proprio alla luce dell’iniziale applicazione dell’elettrostimolazione al settore riabilitativo, applicazione che si è poi “espansa” ad altri campi, come quello sportivo. Nel caso specifico, allora, l’elettrostimolatore aiuta gli anziani ad alleviare i dolori dovuti all’avanzare dell’età, ma è utilizzato anche per conservare la tonicità muscolare a seguito di un infortunio, quando, ad esempio, si è costretti a letto. O, ancora, in presenza di incontinenza, grazie agli specifici programmi previsti da determinati dispositivi.
Premesso un uso consapevole dell’elettrostimolatore, e non senza aver sentito il proprio medico al riguardo, in determinate situazioni l’apparecchio in esame non può essere utilizzato. Ecco qui di seguito i casi specifici:
- gravidanza
- diabete
- trombosi o altre problematiche connesse all’apparato circolatorio
- epilessia o altri problemi neurologici
- malattie cardiache
- ipertensione arteriosa
L’elettrostimolatore può essere acquistato nelle farmacie e nei negozi di articoli sportivi, oppure online.
A seconda del singolo modello di riferimento, si parte da circa 30 Euro per giungere ad importi anche maggiori di 1000 Euro circa, modelli però, questi ultimi, destinati a personale specializzato, e dunque di uso professionale.
Il mercato offre un’ampia gamma di brand a cui potersi rivolgere in sede di acquisto, così da venire incontro alle variegate esigenze dell’utenza, anche in base al budget di cui si dispone. I nomi più noti più noti sono Tesmed e Beurer, ma anche altre marche sono da prendere in considerazione: Compex, Sanitas, Panasonic, Sport Elec, sono alcuni esempi al riguardo.