Come si utilizza l’elettrostimolatore? Guida completa

La sua funzione è quella di modellare e tonificare i muscoli oppure attutire possibili dolori articolari, attraverso l’emissione di impulsi elettrici producenti una contrazione in una o più aree del corpo, in base agli specifici bisogni. Parliamo dell’elettrostimolatore, un dispositivo costituito da un’unità centrale che invia i predetti impulsi elettrici ad un certo numero di elettrodi, posizionati in quella zona su cui si è deciso di lavorare, come la schiena, ad esempio, o l’addome.

Inizialmente adoperato in ambito riabilitativo – per migliorare il tono ed il trofismo muscolare a seguito di un trauma – detto dispositivo ha visto poi estendere il suo raggio di azione, abbracciando il settore sportivo e quello estetico, rispettivamente per completare la preparazione atletica e per rassodare e combattere i poco piacevoli effetti della cellulite sul proprio corpo. Un utilizzo dunque estremamente versatile, quello dell’elettrostimolatore, che tuttavia – è fondamentale sottolinearlo – non può essere disgiunto da una regolare attività fisica e da una sana alimentazione, e rimarrà pertanto deluso chi pensa di raggiungere i propri obiettivi avvalendosi esclusivamente dell’apparecchio in esame.

Ma come si usa detto apparecchio? Quale “procedura” seguire? In realtà non occorrono particolari conoscenze tecniche, basta solo seguire con attenzione determinati passi, che illustriamo nel dettaglio in questa sede.

Caratteristiche tecniche del dispositivo

Lo si trova nei negozi di articoli sportivi o in quelli specializzati, così come nelle farmacie oppure online: negli ultimi anni si è assistito ad una sorta di “boom” nelle vendite dell’elettrostimolatore, un dispositivo che, se usato correttamente e da personale specializzato, produce non pochi benefici. E ciò spiega il motivo per il quale sia assolutamente necessario consultare il proprio medico o allenatore quando si è un “comune utente”, magari al suo primo uso di detto dispositivo. Ma quali sono le “basi” dell’elettrostimolazione? E come funziona un elettrostimolatore? Andiamo con ordine, così da chiarire per bene i concetti, prima di passare all’oggetto della nostra trattazione, ossia le modalità di utilizzo dell’apparecchio.

Anche chiamata elettroterapia, l’elettrostimolazione adopera – come or ora anticipato – l’emissione di impulsi elettrici per produrre una contrazione in una determinata parte del corpo, contrazione che presenta analogie con quella prodotta in modo naturale dal nostro sistema muscolare. Il muscolo, infatti, si contrae dopo aver ricevuto un segnale  elettrico inviato dal nostro cervello, e analoga cosa si verifica servendosi di un elettrostimolatore: quest’ultimo genera infatti impulsi elettrici che raggiungono la placca motrice del muscolo, in virtù di una serie di elettrodi applicati sul corpo dell’individuo (ad esempio sull’addome o sulle ginocchia) che si sottopone al trattamento. Più nel dettaglio, la struttura dell’apparecchio in oggetto si compone di un generatore di corrente, a bassa frequenza così da adeguarsi in modo perfetto alla tipologia di trattamento da eseguire, e dei precitati elettrodi, conduttori dell’elettrostimolatore, da collocarsi sulla pelle in corrispondenza di quelli che sono i muscoli che si desiderano trattare.

Ed è la regolazione della corrente l’elemento di primaria importanza all’interno del dispositivo, poiché in base ai parametri dell’intensità, della tipologia e della durata dell’impulso elettrico, sarà possibile dare luogo a differenti trattamenti. I campi di utilizzo sono essenzialmente due, quello terapeutico/riabilitativo e quello estetico, e le correnti adoperate la EMS e la TENS, che si distinguono tra loro per la frequenza di emissione: maggiore quella della prima, allo scopo di sviluppare la massa muscolare, minore invece quella della seconda, per mitigare il dolore.

Fatta questa doverosa premessa – utile a comprendere il funzionamento dell’elettrostimolatore – possiamo ora occuparci nello specifico delle modalità di utilizzo dell’elettrostimolatore stesso , un utilizzo che, come già sottolineato, è tutt’altro che arduo. Cosa che lo rende adoperabile anche dai soggetti meno esperti, prestando però attenzione ad alcune istruzioni, che illustriamo nei paragrafi che seguono.

Modalità d’uso

Va scelto in base a ben precisi parametri (struttura, programmi, funzioni, tipologia di alimentazione) e adoperato solo dopo aver consultato il proprio medico di fiducia o allenatore, a meno che l’utilizzatore di turno non sia personale specializzato, come un fisiatra o un fisioterapista. Se usato consapevolmente, e senza abusarne, l’elettrostimolatore può essere di grande aiuto, a patto che – come poc’anzi sottolineato – lo si associ ad una regolare attività fisica e ad una corretta alimentazione. Ma come utilizzarlo, “praticamente”? Tutto sta nel prestare attenzione a determinati passaggi da seguire, che poi diventeranno sempre più “automatici” una volta acquisita familiarità con l’apparecchio. Ecco, nello specifico, come procedere, premettendo che è necessario applicare in modo consono gli elettrodi sul corpo (punto sul quale ritorneremo a breve), regolando frequenza, durata, ed intensità degli impulsi elettrici:

  • scegliere il programma di interesse a seconda di quello che è il gruppo muscolare su cui lavorare, attenendosi alle istruzioni riportate sul relativo libretto;
  • collegare gli elettrodi dell’elettrostimolatore, prestando attenzione a che il posizionamento avvenga in modo adeguato;
  • applicare gli elettrodi sul corpo in corrispondenza del muscolo che si desidera trattare;
  • accendere l’apparecchio e selezionare il programma scelto;
  • regolare l’intensità degli impulsi elettrici sino a quando non si percepisca la contrazione del muscolo che si sta trattando, e qualora non si avvertisse alcuna contrazione, aumentare lentamente la predetta intensità.

Ciascun programma (generalmente disponibile in commercio nelle tipologie Sport, Estetica, Infortuni), dura in media tra 20 e 45 minuti, con una pausa tra la fase di contrazione e quella di recupero, mentre da 2 a 4 sono di solito le sedute settimanali, in base a quello che è lo scopo che si prefigge l’utente.

In particolare: il corretto posizionamento degli elettrodi

Quella del posizionamento degli elettrodi è una tematica di non poco rilievo, non solo in termini di efficacia dei risultati, ma anche per scongiurare un accumulo di stimolazione elettrica in aree del corpo sbagliate. Una corretta applicazione degli elettrodi impedisce altresì che essi possano spostarsi durante la seduta o che si stacchino del tutto, ed infatti detta collocazione è da effettuarsi solo dopo che si è raggiunta la posizione che rimarrà tale durante tutta la durata del trattamento. Ecco allora che il posizionamento avverrà sempre all’origine del muscolo (elettrodi prossimali), oppure vicino all’inserzione (e cioè al punto in cui il muscolo o il tendine si innesta su un osso – elettrodi distali). E con la pelle del corpo sempre pulita ed asciutta, preferibilmente senza peli o con peli radi.

Un buon suggerimento è quello di porre gli elettrodi sempre ed almeno tra i due e i tre centimetri distanti gli uni dagli altri: elettrodi troppo vicini, infatti, potrebbero comportare eccessiva elettricità rilasciata, laddove invece elettrodi alla giusta distanza avranno come conseguenza un ottimale rilascio di energia di ciascun elettrodo.

Da sottolineare che un aiuto per l’adeguato posizionamento degli elettrodi giunge in ogni caso dal manuale di istruzioni a corredo dello stesso, e qualora dette istruzioni non risultassero bastevoli, o sufficientemente chiare, le marche maggiormente conosciute del settore intervengono in merito con i propri siti internet, fornendo immagini e video a supporto. Ed ancora, i dispositivi più innovativi prevedono che il display mostri l’immagine di quella che è la corretta sistemazione degli elettrodi.

Al corretto posizionamento degli elettrodi segue una corretta conservazione degli stessi: mai lasciarli incustoditi, ma conservarli nello specifico sacchetto, al fine di evitare alla polvere o agli agenti atmosferici di pregiudicarne il normale funzionamento.

Suggerimenti per un adeguato utilizzo dell’elettrostimolatore

Oltre al giusto posizionamento degli elettrodi, nell’utilizzo dell’elettrostimolatore è bene affidarsi ad alcuni validi suggerimenti, affinché l’utilizzo stesso avvenga nel modo esatto. Eccoli illustrati qui di seguito:

  • associare all’uso dell’apparecchio un po’ di stretching, così da riscaldare già i muscoli;
  • non lavorare su muscoli doloranti o “provati” da stress;
  • non creare disarmonie o scompensi nell’allenamento, nel senso che non vanno trattati i muscoli di un solo braccio, per fare un esempio;
  • preferire un abbigliamento sportivo, che non ostacoli i movimenti (un pantaloncino corto quando si lavora sulle gambe e una t-shirt leggera quando invece si lavora sulla schiena o sugli addominali);
  • attenersi alle istruzioni del relativo manuale in dotazione con l’apparecchio per l’impostazione della durata e dell’intensità dell’impulso;
  • non eccedere con l’intensità, bensì procedere gradualmente, per consentire al corpo di abituarsi, e solo dopo il giusto adattamento aumentare l’intensità stessa;
  • selezionare la giusta frequenza, onde evitare di stimolare eccessivamente il muscolo;
  • chiedere aiuto in caso di difficoltà: se non si è esperti, non c’è nulla di male ad essere aiutati, specie in presenza di qualche dubbio in merito al corretto posizionamento degli elettrodi.

Creativa e fantasiosa, ma anche riflessiva e determinata. Laureata in Giurisprudenza “atipica”, seguo e coltivo i miei sogni e le mie effettive ambizioni, emersi con forza. Appassionata di scrittura e “curiosa” di ogni piccola grande novità tecnologica – così come  degli articoli di utilizzo quotidiano – fornisco agli utenti utili consigli in merito a prodotti che possono semplificare, migliorandola, la vita di tutti i giorni. Per un aiuto in quella che è la scelta più rispondente alle proprie esigenze.

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